Era un po’ che non ascoltavo Brondi.
Che non lo ascoltavo seriamente, buttandomici dentro e afferrando tutto quello che vedevo della mia vita. Era un po’ che non mi sentivo così, come lui.

La tristezza più totale abbracciata alla speranza.
La disperazione e la gioia. E’ così che io li vedo quei pezzi. Un meccanismo distrutto che vuole farcela.
A volte ci penso, di sfanculare tutto, arrendermi, scappare, ricominciare da zero. A volte penso di dovermi comportare diversamente per essere felice che poi non ci riesco mai, nemmeno un po’.

E ho passato una notte insonne sul divano perché sono sempre piena di fobie. Per qualcuno è stupido, io non riesco a controllarle e forse nemmeno ci provo più. Mi sono rassegnata al mio essere così e non lo so se è una cosa buona. Vomito parole su una tastiera, poi però al mondo sorrido e annuisco qualunque cosa esso mi proponga. E’ come se fossi schiacciata dalle mie paura, di perdere tutto, le persone, di non farcela che poi lo nascondo in maniera piuttosto pessima perché forse se volessi fingere di essere felice dovrei smetterla di scrivere o almeno di farlo pubblicamente. Dovrei smetterla di scrivere pensieri sconclusionati che poi girano sempre intorno allo stesso senso di vuoto da secoli, sempre lo stesso groviglio di parole per poi arrivare al punto che poi non è nemmeno niente di interessante.

E’ che forse vorrei essere salvata.

Vorrei che qualcuno mi tendesse una mano, che lo facesse davvero. E non so nemmeno io come ma tu, se esisti, ti prego salvami . Perché io voglio salvarmi. Voglio salvarmi perché sono arrivata quasi al capolinea e a quel punto o ce la faccio o mi disintegro. E già sono a pezzi . E ho talmente tanti di quei pezzi che non ricordo più nemmeno io chi ero, cos’ero.

E lui canta intanto .

Se piangi ti si arrugginiscono le guance.

dice.

Ed io penso che dovrei essere molto arrugginita.
Dovrei essere un po’ da rottamare. Perché ero diventata fortissima ed ora sto arrugginendo.

Il sottofondo musicale per qualcuno non è dei migliori, io però a queste canzoni ci sono appesa da un po’, che me le sento dentro da quando le ho ascoltate e in quel periodo le cose mi andavano anche abbastanza bene . Però io in quel vuoto mi ci rivedevo, io quel vuoto un po’ lo sentivo dentro, solo che non lo capivo, non me ne rendevo conto. Ora sì.
Questa cosa dovrebbe aiutarmi un po’, il primo passo per superare il problema non dovrebbe tipo essere riconoscere che ci sia un problema? Ed io lo so che c’è un problema, lo so da un pezzo ma non lo supero. Non riesco a superare niente. Non riesco a superare nemmeno un esame del cazzo, figuriamoci i problemi. Figuriamoci le cose grosse,quelle importanti.

Mi fa abbastanza male. ma non è niente. niente di che.

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‘…E andiamo a dare fuoco ai tramonti.’

Un tempo rimanevo a bocca aperta in silenzio, a guardare il cielo arrugginirsi e il sole affondare nel mare. Una delle poche cose che mi dava completezza, quella distesa di sfumature che si specchiano su una tavola , di onde che si dissolvono sulla sabbia, mi rilassavano a tal punto da farmi sentire una persona piena, da farmi dimenticare problemi, preoccupazioni. Rimanevo li da sola, con una cuffietta infilata in un orecchio, con una canzone e i pensieri che svanivano pian piano che il cielo si colorava.

Col tempo qualcosa è cambiato, io sono cambiata.
Guardare il mare, le onde e più di tutto il sole tramontare mi trasmette immediatamente malinconia.

Il vuoto, il nulla.

E’ così che mi sento. Come se nella mia vita non avessi nulla, come se io non fossi nulla. Il bisogno di condividere momenti e sensazioni con qualcuno, la solita immancabile paura. Ci affogherò prima o poi.

Rimango ferma, circondata dalle mie immancabili ansie, da questo senso di solitudine che ultimamente sembra l’unica cosa capace di farmi compagnia e persone che lascio passare per la mia vita, senza lasciare tracce rilevanti.

E’ così che mi sento un po’. Un sole che cerca di splendere e riscaldare, che viene coperto a volte, che brucia e si consuma per dare calore agli altri, che meritino o meno.
Poi arriva il momento e tramonto anche io, ogni giorno, nascondendomi, dando spazio al buio,sparendo nel nulla senza lasciare alcuna traccia aspettando il momento di tornare.

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Addio,fottiti ma aspettami.

E avevo promesso che avrei fatto rifare l’asfalto per il tuo ritorno,ero pronta. Ero pronta a mostrarti la parte migliore della mia città, per coinvincerti a restare,per non doverti più aspettare.

Invece tu non ci sei e forse nemmeno tornerai.

E passeggio ogni giorno tra quei ricordi, respiro quei momenti che mi tolgono il fiato ogni volta. Mi manchi. Vorrei poterlo dire più forte,senza paura. Vorrei scrivertelo, vorrei sussurrartelo.
Ma non posso.Non posso e come Vasco Brondi mi convinco che tu sia all’estero,fingo che tu tornerai. E resterai.

Non sono davvero così stupida, so che non è così.Ma convincermi che tu un giorno sarai qui per me, ricordare il tuo profumo e scaldarmi con il tuo sorriso nella convinzione che tu presto sarai qui, sembra anestetizzare per un po’, placare il dolore e aspirare dallo stomaco tutto ciò che continua a far male.

Io non resisto più.

Ogni attimo mi sembra una vita lontana da te.
E sembra la frase più fatta del mondo, è la cosa più banale che potessi dire.

Vado avanti a frasi banali, cose scontate e già sentite.
Ma non esiste un altro modo per esprimerlo.

Mi manchi.
Mi manchi che non hai idea.

Vorrei riaverti qui.

Sorridi.
Mi manca tremendamente il tuo sorriso.

Ti prego,torna.

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